Una pentola che bolle pronta per calare la pasta, la tavola ben apparecchiata e alcuni commensali che attendono di mangiare il loro tanto atteso primo piatto. Questa è una situazione molto tipica del nostro Paese che va in scena in milioni case italiane quasi due volte al giorno. Indipendentemente dalla ricetta scelta, dal formato della pasta o dal condimento utilizzato, in Italia la pasta è la protagonista assoluta di ogni pranzo o cena che si rispetti.
Tuttavia, anche se la maggior parte di noi ama la cottura al dente, esiste una buona fetta di popolazione che simpatizza per un altro tipo di preparazione, quella chiamata al chiodo. Ancora più estrema, al limite del “quasi – cruda”, la pasta al chiodo è una tecnica culinaria che prevede di scolare la pasta qualche minuto prima dei tempi indicati sulle confezioni. Se siete curiosi di conoscere meglio questi due tipi di cottura, vi spiegheremo il modo migliore per fare la pasta al dente e al chiodo e in quali situazioni utilizzarle.
Come fare la pasta al dente
Per prima cosa è necessario fare un piccolo passo indietro: quando parliamo di cottura al dente, ci riferiamo alla pasta che si mantiene abbastanza elastica, ma che fa allo stesso tempo una leggera resistenza alla masticazione. Spezzandola con la forchetta o con i denti, si riesce ad avvertire questa resistenza ma senza che si senta un rumore o che si intraveda al suo interno una piccola parte bianca, quella che comunemente si chiama “anima”. Se invece la pasta dà la sensazione di essere appiccicosa e molle, ciò significa che si è superato il tempo di cottura suggerito dalle confezioni. A proposito di questi tempi, c’è da dire che sono puramente indicativi perché la cottura è influenzata da molti fattori, come il tipo di acqua, la quantità di sale e molto altro.
Il consiglio pertanto è quello di non lasciarsi ingannare dai minuti riportati sulle confezioni, ma di assaggiare sempre la pasta quando ci accorgiamo che stiamo per raggiungere il tempo previsto per la cottura. In questo modo potremo decidere se proseguire e lasciarla cuocere un altro po’ o spegnere il fuoco. A tal proposito, molti di noi non sanno che la pasta continua la sua cottura anche dopo che l’abbiamo scolata e servita nel piatto: questo processo ovviamente è meno evidente che in pentola, ma si può avvertire mentre la consumiamo.
Come fare la pasta al chiodo
La cottura al chiodo, al contrario di quella al dente, si prepara scolando la pasta qualche istante prima della normale cottura al dente. Per essere certi di aver raggiunto la consistenza desiderata, bisogna assaggiare la pasta e verificarne la consistenza. La pasta al chiodo è così definita perché al tatto risulta un poco rigida. Inoltre, spezzandola in bocca si sente anche un lieve scricchiolio e si vede l’anima bianca al centro. Questo tipo di cottura in genere è amato o odiato, perché non sono in molti che lo apprezzano. Tuttavia si presta benissimo per tutte quelle ricette che prevedono una successiva mantecatura, a freddo o in padella.